Accademia dei Filaleti


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I GIARDINI DELL'ACCADEMIA



Platone

"Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta"


Il termine
Accademia deriva dal greco e indicava la scuola filosofica di Platone, fondata nel 387 a.C. situata in un luogo appena fuori le mura di Atene, chiamata così dal nome dell'eroe di guerra Academo che aveva donato agli ateniesi un terreno che divenne un giardino aperto al pubblico dove Platone faceva filosofia con i suoi discepoli.
Platone nacque ad Atene da famiglia aristocratica nel 428 a.C. Secondo Aristotele, ebbe tra i suoi maestri Cratilo, seguace di Eraclito. A vent'anni cominciò a frequentare Socrate, e ripudiò la sua precedente vocazione poetica, dando alle fiamme i suoi versi. Secondo quello che egli stesso dice nella
Lettera VII (che è di fondamentale importanza per la sua biografia e per l'interpretazione della sua stessa personalità), avrebbe voluto dedicarsi alla vita politica. La morte di Socrate lo dissuase dal fare politica in patria, ma non per questo rinunciò a perseguire l'ideale di un reggimento filosofico della città. «Io vidi, egli dice, che il genere umano non sarebbe mai stato liberato dal male, se prima non fossero giunti al potere i veri filosofi o se i reggitori di Stato non fossero, per divina sorte, diventati veramente filosofi». Negli anni seguenti, si recò a Megara presso Euclide, poi in Egitto e a Cirene. Nulla sappiamo intorno a questi viaggi, dei quali egli non parla. Parla invece del viaggio che fece nell'Italia meridionale, a Taranto, dove venne a contatto con la comunità pitagorica di Archita, e a Siracusa dove strinse amicizia con Dione, parente e consigliere del tiranno Dionisio il Vecchio. Entrato in conflitto con Dionisio, fu venduto come schiavo sul mercato di Egina. Riscattato da Anniceride di Cirene, ritornò ad Atene, dove fondò nel 387 l'Accademia. La scuola di Platone, che si chiamò così perché fiorita nel ginnasio fondato da Accademo, fu organizzata sul modello delle comunità pitagoriche come un'associazione religiosa, un tìaso. Alla morte di Dionisio, Platone fu richiamato a Siracusa da Dione alla corte del nuovo tiranno Dionisio il Giovane, per guidarlo nella riforma dello Stato in conformità con il suo ideale politico. Ma l'urto fra Dionisio e Dione, che fu esiliato, rese sterile ogni tentativo di Platone. Alcuni anni dopo, Dionisio stesso lo chiamò insistentemente alla sua corte e Platone vi si recò nel 361, spinto anche dal desiderio di aiutare Dione, che era rimasto in esilio. Ma nessun accordo fu raggiunto e Platone, dopo essere stato trattenuto per un certo tempo, quasi come prigioniero, grazie all'intervento di Archita, lasciò Siracusa e ritornò ad Atene. Qui egli trascorse il resto della sua vita, dedito solo all'insegnamento. Morì a 81 anni, nel 347. Il corpus delle opere di Platone è composto dall'Apologia di Socrate, da 34 dialoghi e da 13 lettere, complessivamente 36 titoli ordinati in 9 tetralogie dal grammatico Trasillo (I sec. d. C.).



La Mission dell'Accademia dei Filaleti:


. Promuovere il sentimento di mutua tolleranza tra i popoli delle diverse razze e religioni.


. Incoraggiare lo studio delle filosofie e delle scienze degli antichi popoli.


. Incoraggiare le ricerche scientifiche sulla natura delle facoltà superiori dell’uomo.


. Formare un nucleo della fratellanza universale senza distinzioni di razza, religione, sesso, casta e colore.


. Incoraggiare lo studio comparato delle religioni, filosofie e scienze.


. Investigare le leggi inesplicate della Natura e le facoltà latenti nell’uomo.










I Filaleti
" L'Irradiazione della divinità come unica verità nell'uomo".


L'Accademia dei Filaleti si propone di sviluppare nell'uomo quelle conoscenze e quelle verità che da sempre racchiudono la "scintilla divina" che è dentro ognuno di noi. Misurandosi con attenzione in tutti i percorsi di studio ermetici e filosofici che andremo ad affrontare nelle sue più complesse strutture.In questo periodo storico della nostra esistenza l'umanità sente il bisogno di confrontarsi ma soprattutto sente il bisogno di avere delle risposte. I teosofi erano detti <filaleti> cioè amanti della verità, appellativo questo che troviamo proclamato dal motto della società teosofica stessa e cioè: NON VI E' RELIGIONE PIU' ALTA DELLA VERITA'.
Anche Ammonio e i suoi discepoli erano neoplatonici e cioè ritenevano che le <
idee> sono archetipi divini perenni, dimoranti nella Mente divina (Sè superiore) con i quali possiamo venire in contatto interiore per mezzo di una disciplina intellettuale e così apprendere la Verità, perciò venivano chiamati <teodidaktos> cioè <istruiti da Dio>, inteso come Sè superiore. In relazione al motto "Non vi è Religione superiore alla verità" viene spesso citata una frase del Budda Gotamo che dice: "Non dobbiamo credere una cosa per il solo fatto che è stata detta, nè alle tradizioni perchè ci sono state tramandate dall'antichità, nè alle Scritture dei saggi per il fatto che sono state scritte da loro, nè alle idee che riteniamo ci siano state ispirate da qualche angelo, nè a qualche conclusione tratta da arbitrarie supposizioni, nè perchè si fondano soltanto sull'autorità dei nostri maestri. Dobbiamo credere quando la scrittura, la dottrina, le tradizioni sono confermate dalla ragione e dalla coscienza e quindi vi esortai ad agire in conformità ed abbondantemente". In altri termini il teosofo è un "ricercatore" della verità, non un credente in qualche "dogma", che comunque ognuno è libero di accettare o di respingere "senza lode e senza biasimo". La teosofia consiste nei Principi universali astratti che si trovano alla base di ogni possibile forma di espressione concreta (religioni, filosofie, scienze). Il Teosofo cerca di "intuire" questi Principi al di là delle occasionali forme di espressione ed in questo consiste la caratteristica essenziale del pensiero teosofico che è di incommensurabile valore per il progresso dell'uomo, ma non è facilmente compreso da chi non ha sviluppato il pensiero astratto, spirituale. Grande parte dell'Umanità, anche colta, vive condizionata da distinzioni di razza, di credo, di opinione, di sesso, di condizione sociale, di colore razziale ecc., ma il teosofo cerca di trascendere queste distinzioni che sono cause di conflitti tra i diversi gruppi umani e cerca di scoprire la realtà esistenziale comune all'umanità tutta. Incoraggiando lo studio comparato delle religioni, filosofie e scienze che sono altrettanti aspetti del pensiero umano condizionato, il teosofo è portato a scoprire i comuni denominatori delle diverse discipline e non solo i rapporti interdisciplinari, ad un punto di convergenza nella coscienza. Infine il teosofo non è un semplice sperimentatore nel campo delle ricerche psichiche, bensì il suo scopo consiste nella scoperta delle leggi in virtù delle quali operano i fenomeni psichici e le facoltà ancora latenti nell'uomo. Il lavoro necessario è quindi estremamente essenziale: occorre trascendere i valori convenzionali, le paratie stagne nella mente dell'uomo, per aprire la mente ad una dimensione superiore e ad una Realtà universale. La civiltà attuale, che si trova ad un punto critico della sua evoluzione, in cui il pensiero analitico ha avuto un abnorme sviluppo, ha una estrema difficoltà ad intuire, intravvedere i Principi universali che reggono tutte le cose, quindi l'uomo, perdendo di vista una Realtà più ampia, agisci in funzione dei dati parziali dati dalla sua esperienza quotidiana e ne rimane condizionato, e si pone in conflitto con tutti gli altri e da questo derivano lotte, miserie, sofferenze, malattie. L'origine di ogni male deriva dalla "avidya"=ignoranza della Legge universale. Nel momento che riconosciamo l'interdipendenza di tutte le cose e riconosciamo l'Unità essenziale, inizia il de-condizionamento dalle limitazioni della personalità e dagli interessi parziali, ed espandiamo la coscienza con l'apertura della mente verso la Realtà globale. Si sviluppa il "discernimento"(mano-dvara-jana=lo schiudersi della porta della mente) tra l'essenziale (universale-permanente) e il non-essenziale (personale-impermanente). Si deve accettare soltanto l'essenza che è la stessa in tutte le cose, cioè lo Spirito che dona la vita all'uomo e nella quale dimora e che lo rende immortale.

"Che ogni uomo così disposto proceda a scoprire il proprio ideale, la stella che gli sta di fronte per guidarlo. Che ogni uomo la segua senza mai deviare dal suo sentiero ed è quasi certo che raggiungerà il faro della sua vita -la Verità: non importa dove la cerca o dove la trova...." H.P.Blavatsky







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